L'autore di questa raccolta di fiabe è Jean de La Fontaine, autore francese che si presentò come degno erede di Esopo e Fedro nonché discepolo di Epicuro. Le sue non sono semplicemente delle fiabe ma dei veri e propri insegnamenti morali accompagnati da una giusta dose di satira. La raccolta si compone di undici libri ognuno dei quali composto da brevi novelle in prosa. In totale le novelle sono duecentoventuno. Tra di esse spiccano, soprattutto, quelle del libro primo. Tra queste troviamo novelle che tutti hanno letto almeno una volta come ad esempio La cicala e la formica oppure La Rana e il bove. La raccolta fu scritta in due epoche diverse della vita dell'autore. Se la prima è maggiormente influenzata da Esopo, trattando di storie che hanno per protagonisti animali, nella seconda questa influenza si sente meno. Infatti, ad essere protagonisti della seconda raccolta (che più o meno va dal settimo all'undicesimo libro) gli uomini diventano protagonisti delle storie venendo allo scoperto e senza essere interpretati da elementi naturali o animali. Nella seconda raccolta, inoltre, è maggiormente presente un alone politico e sociale nonché di attualità delle tematiche. In alcuni casi, si possono scorgere le influenze orientali. L'autore presenta un maggiore simpatia per chi è debole e chi è umile. La caratteristica principale è comunque la trasposizione sia dei vizi che delle virtù umani nel mondo degli animali. Tra questi è il re della foresta ad interpretare meglio questi sentimenti propriamente umani. Altri interpreti sono la volpe, il lupo e il topo che sono in grado, grazie alla penna dello scrittore, di poter dare consigli. L'asino incarna una volta il popolo essendo capace di insegnare a chi legge elementi del vero assoluto. In altri casi, invece, rivela simpatia per la sincerità ed il coraggio di alcuni esponenti del popolo contrariamente a quanto avviene per altri soggetti.