Ho conosciuto una ragazza al liceo. Correva dietro a studenti e professori per declamare i suoi

versi. Era noiosissima, ma i maschi facevano finta di ascoltarla, sbadigliando di nascosto, perché era carina. Non c'era editore per lei. Troppo brava, troppo giovane, troppo raffinata, troppo concisa, troppo fuori da ogni militanza. Troppo. Malignamente si diffuse la voce che lei fosse il prestanome di un grande personaggio che voleva restare anonimo. Il controllo su quella ingenua ragazza varcò a sua insaputa l'oceano. A fatica la seppellirono con milioni di parole.

Ma la ragazza, più vecchia e più furba, rispuntò su anche da lì. E fu "Speculatrix".

Liberi di pensare che lei sia un robot!